Non bastavano le restrizioni e imposizioni da Bruxelles per il comparto agricolo italiano, in agitazione da giorni con proteste e presidi anche in Molise e Abruzzo, a questo torna puntuale l’emergenza cinghiali: circa 30 mila capi più del dovuto rispetto ai poco meno di 10 mila tollerabili nelle campagne da Venafro fino al mare.
Un numero eccessivo per le sorti economiche del comparto a rischio e per l’incolumità degli automobilisti al volante.Danni per migliaia di euro che gli ungulati creano al sistema, come pure accade in molte altre realtà della Penisola.
La denuncia alle istituzioni arriva direttamente dai coltivatori e dalle organizzazioni sindacali. Chiamato in causa ancora una volta l’assessore al ramo a Palazzo Vitale, Salvatore Micone, per affrontare la stringente problematica.
Tra i provvedimenti chiesti dal mondo agricolo la caccia selettiva dei cinghiali, la sterilizzazione, la sistemazione di trappole per ridurre il numero dei capi e non ultimo la reintroduzione del credito di imposta sull’acquisto di gasolio agricolo sospeso da quasi un anno.
Ma a tormentare gli agricoltori, da giorni in protesta lungo l’intero Stivale, le questioni legate pure ai consorzi di bonifica. Intanto prosegue a Termoli senza sosta, ininterrottamente, il presidio in Piazza Donatori di Sangue.