Prosegue la vicenda burocratica che riguarda il progetto di edificazione della centrale idroelettrica Pizzone 2, che sfrutterebbe le risorse idriche dei laghi di Castel San Vincenzo e Montagna Spaccata, in un’area naturale al confine tra Abruzzo e Molise e all’interno del Parco Nazionale.
Dopo aver presentato, nei mesi scorsi, una versione modificata e ridimensionata del progetto iniziale a seguito delle accese proteste da parte degli abitanti della zona, ora la società Enel ha pubblicato anche il quadro economico e del computo metrico relativo al suo progetto, dopo la richiesta avanzata dal Coordinamento No Pizzone 2 e accolta dall’unità nazionale anticorruzione, in quanto legittimata dalla necessità di trasparenza.
A far discutere però attivisti ed esponenti politici è la pubblicazione del documento con la parte relativa al computo metrico oscurata, sulla base del segreto commerciale, cosa che sarebbe stata autorizzata proprio dal Ministero dell’Ambiente a tutela della società energetica.
La pubblicazione del quadro economico, ma senza i dati relativi ai costi di realizzazione, renderebbe però impossibile l’analisi costi – benefici, essenziale per esprimere una valutazione obiettiva e definitiva sull’impatto ambientale, considerato che è proprio il computo metrico a definire l’entità dei lavori, le tempistiche e il costo dei materiali.
Secondo quanto al momento è già noto, l’edificazione della centrale richiederebbe risorse economiche pari a oltre 630 milioni di euro, oltre a quelli che sono stati già spesi per i costi di analisi necessari.