Quest’anno il fuoco ha distrutto tanti bei luoghi del Molise, valenze ambientali significative come la pineta di Campomarino, ma anche i tanti boschi che hanno fatto parte del patrimonio delle bellezze naturali della nostra terra.
Eventi, questi riguardanti gli incendi, che non si fermano e che tanto danno portano al nostro ecosistema, perché uccidono gli animali, bruciano alberi, mortificano i territori, che restano senza presidi di sicurezza, aprendosi ai peggiori pericoli.
Gli 80 ettari di vegetazione andati in fumo tra i Comuni di Fossalto e Pietracupa si aggiungono ai tanti danni arrivati in questo ultimo periodo, danni ingenti per i quali ci si sta muovendo per il riconoscimento della catastrofe.
Un disastro completo, mitigato solo dagli interventi, assai lodevoli, di chi è chiamato a difendere il territorio, i Vigili del Fuoco prima di tutti e poi il personale della Protezione Civile e tutti gli altri, a partire dalle Forze dell’Ordine ai Carabinieri e ai cittadini.
Interventi che spesso salvano le persone e le loro case, che evitano l’estendersi delle fiamme, che frenano le spinte distruttive.
Un Molise, che, però, appare fragile, soprattutto nelle risposte alla prevenzione, che lascia lo scorrere della disattenzione, rimpallando responsabilità, non colpendo adeguatamente il non rispetto delle norme e dunque permettendo perfino i reati, ma anche e soprattutto non stabilizzando quelle figure oggi precarie, già formate, che potrebbero assumere alla grande i compiti di controllo e lavorare essenzialmente alla prevenzione.
Intanto una nota a margine del discorso è assai necessaria, l’incendio di Campomarino ha privato il Comune e il Molise intero di una pineta magnifica, uno dei punti di eccellenza, qualcosa da preservare in modo assoluto, anche e soprattutto per il forte richiamo di attenzione in una regione che sta facendo di tutto per farsi riconoscere un ruolo di grande importanza turistica e culturale.
Il fuoco ha distrutto tutto ma ha anche mostrato, nei resti e nella cenere, l’enorme quantità di rifiuti che la pineta nascondeva.
È questo il segno di una enorme inciviltà e dell’incuria, una realtà in cui si è permesso di tutto, i peggiori spregi, le più grosse cattiverie ai danni di un ambiente che tutti avrebbero dovuto rispettare e valorizzare e che invece è stato trattato in modo ignobile soprattutto dall’uomo, che si dimostra ancora una volta il più deleterio protagonista del degrado.