La tragedia che si è verificata martedì in Basso Molise, con la morte cerebrale del 47enne di Larino Michele Cesaride, ha scatenato un vero e proprio tsunami. L’eco della vicenda che ha colpito l’uomo, i familiari, gli amici di Michele e la comunità di Larino, scossa e arrabbiata per l’accaduto, è arrivata a toccare i piani alti della politica nazionale, fino alla decisione presa dal Ministro della Salute Giulia Grillo di avviare delle ispezioni nelle strutture sanitarie del Molise.
Se non altro si potrà accertare la condizione in cui versa un territorio che da ormai troppi anni subisce politiche di austerity che hanno finito per compromettere il diritto costituzionale alle cure per i cittadini.
In attesa dell’arrivo della task force inviata dal Ministro, si susseguono le prese di posizione sulla vicenda. Il Presidente della giunta regionale Donato Toma, ancora in attesa della nomina a commissario ad acta dal governo, ha evidenziato la necessità di “rivedere il decreto Balduzzi per evitare – ha detto – altre tragedie come quella che ha visto vittima Michele Cesaride”. L’esigenza legata al superamento di una legge fortemente penalizzante per il Molise, è stata ribadita – ha spiegato Toma – anche nel corso dell’audizione alla Commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni.
Da registrare inoltre le dichiarazioni del Presidente dell’Ordine dei Medici di Isernia Fernando Crudele, il quale è tornato ancora una volta a criticare il provvedimento di chiusura dei punti di primo soccorso di Larino e Venafro.
“Quanti morti bisognerà piangere prima di capire che è necessario ripristinare i servizi essenziali nelle aree interne”? Questo l’appello lanciato dal presidente dell’ordine dei medici alle istituzioni, che si unisce al grido d’allarme dei quindici sindaci del Basso Molise e dei comitati, nuovamente mobilitati e pronti a far sentire la loro voce.
Richieste non nuove ma che oggi, ancor più che in passato, non possono non trovare risposte in controtendenza rispetto alle decisioni motivate come necessarie ma che non hanno risolto, se non a parole, il problema legato alle carenze nell’assistenza e nelle cure dei cittadini.
A partire proprio dal tema dei punti di primo soccorso, dopo la cui chiusura non è stato ancora attuato nessun provvedimento in grado di garantire i livelli essenziali di assistenza, in particolare in territori già penalizzati come il Basso Molise e l’area del cratere.
Davide Vitiello