Secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nonostante la pandemia abbia arginato il gioco d’azzardo con il lockdown, nel 2020 il Molise ha comunque fatto segnare una spesa di 55,77 milioni di euro, escluso il gioco online. È chiaro, quindi, che ci si trova di fronte ad un’emergenza che passa spesso sotto traccia.
“Dati di cui – ha rimarcato la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Patrizia Manzo – le istituzioni dovrebbero tener conto mettendo in campo qualsiasi strumento di contrasto ad un fenomeno che spesso sfocia in patologia. Negli anni scorsi la Regione Molise si è dotata di un Comitato consultivo sul fenomeno del gioco d’azzardo e della relativa dipendenza, istituito nel 2016 con legge regionale e insediato nuovamente in questa legislatura su impulso di una mozione approvata nel 2019. Ma da oltre un anno, questo Comitato non può svolgere la sua mission perché manca il presidente. L’ultima a ricoprire la carica è stata Paola Matteo, ed oggi non siede più in Consiglio regionale. È un vuoto che va colmato al più presto”
A tal proposito Manzo ha inviato una nota di sollecito al presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone.
“Il Comitato – ha aggiunto la pentastellata – ha bisogno di una guida per poter tornare a svolgere i suoi importanti compiti. Deve monitorare gli effetti economici, sociali, sanitari ed epidemiologici, di pubblica sicurezza e culturali del fenomeno della dipendenza da gioco; deve formulare pareri, proposte di strategie e linee di intervento al Consiglio e alla Giunta per recuperare i soggetti affetti da patologie; deve organizzare servizi di informazione, assistenza e consulenza gratuita in collaborazione con l’Asrem; deve promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione ai rischi derivanti dal gioco d’azzardo. Per tante persone, infatti, si tratta di una patologia che equivale ad una malattia in grado di compromettere la salute e la condizione sociale di chi ne è affetto. L’Oms lo assimila ad altre dipendenze ed evidenzia che i soggetti affetti da ludopatia perdono il controllo sul proprio comportamento mettendo in atto condotte compulsive che possono arrecare gravi danni alla personalità. Dunque si tratta di un disturbo serio che può arrivare a distruggere la vita dell’individuo che ne è affetto, quella dei suoi familiari e nei casi più gravi può generare fenomeni criminosi. Le istituzioni non possono abbandonare queste persone, anzi devono fare di tutto per sostenerle”