Stato di agitazione di tutto il personale proclamato dalle Organizzazioni sindacali al Gemelli Molise.
Una condizione che segue alla comunicazione, da parte dei vertici della struttura, con cui è stato annunciato il mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti e la difficoltà di mantenimento dei livelli occupazionali seppur, attualmente, non è stato elaborato alcun piano di riduzione dei lavoratori.
Tuttavia, l’unico ospedale regionale che eroga prestazioni sanitarie, sia in regime di ricovero ospedaliero che di specialistica ambulatoriale, per la cura delle malattie oncoematologiche, cardiochirurgiche e radioterapiche si ritrova ora a fare i conti con i mancati pagamenti, da parte della Regione Molise, non solo per il 2022, ma anche per le annualità precedenti, risalenti pure al 2019, per un totale di 17 milioni di euro, di cui 8,3 milioni di fatture emesse, scadute e non contestate.
Dunque, prestazioni sanitarie rese, sia a pazienti regionali che extraregionali, non saldate, mentre si sta causando irreparabile pregiudizio al Gemelli Molise, che in assenza di necessari interventi, non potrà quindi pagare i circa 470 dipendenti della struttura del capoluogo.
La società ha già provveduto a chiedere l’apertura di un tavolo tecnico al Prefetto di Campobasso e i sindacati non escludono imminenti iniziative di mobilitazione. Dal canto suo, la struttura ospedaliera, a mezzo di una nota, ha garantito che le prestazioni urgenti e salva vita continueranno ad essere erogate, soprattutto a favore dei soggetti più fragili.
Intanto, il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Filoteo Di Sandro, ha sollecitato una immediata risoluzione del problema appellandosi ai parlamentari molisani affinchè si adoperino a fronte di una nuova ed incresciosa situazione.
Contro il Commissario Toma, poi, pure la consigliera del Pd a Palazzo D’Aimmo, Micaela Fanelli che ha parlato di una sconsiderata lotta del presidente della Regione ingaggiata con le strutture convenzionate
“Di fatto – ha aggiunto Fanelli – a rimetterci sono tutti i cittadini molisani che non trovano più assistenza né negli ospedali pubblici, né in quelli privati. Tutti sciaguratamente smantellati e privi di operatori sanitari che o restano a casa, oppure senza stipendio”.
Tutto questo mentre da Roma giunge la notizia dell’emendamento al Milleproroghe, presentato dal Senatore dell’UDC Mario Borghese e da Pietro Patton del Gruppo SvP, per la nomina, entro metà marzo, del nuovo Commissario ad acta per il Molise “al fine di adottare gli atti d’impulso necessari a garantire gli adempimenti già previsti dal Piano di Rientro”.
Che tradotto significa una sfiducia senza appello all’operato di Toma, da parte della sua stessa coalizione politica di appartenenza. Un emendamento che potrebbe non essere approvato ma che intanto attesta che a Roma qualcuno si è accorto che il Molise è sull’orlo del precipizio sanitario. Uno strazio al quale si aggiunge quello dei pazienti oncologici che vedono a rischio persino la radioterapia