La realtà, spulciando le decisioni del Consiglio regionale rispetto ai documenti contabili approvati, il Documento di Economia e Finanza, il Bilancio di previsione 2019-2021 e la Legge di Stabilità, è che i molisani, su cui già gravano mille e mille problemi tra mancanza di lavoro, poca tutela sanitaria, difficoltà ambientali, strade a pezzi e mobilità confusa e inadeguata, vivranno momenti ancora più tragici e drammatici.
I riscontri infatti che vengono dalle ore ed ore di discussioni istituzionali parlano di un futuro decisamente non adeguato e davvero molto ma molto problematico.
Ad un anno dall’inizio del governo Toma le sensazioni sono tutte rivolte più alle difficoltà che alle reali possibilità di crescita e soluzione dei problemi.
Indubbiamente si percepisce la continuità con il governo precedente, da cui, tra l’altro, il presidente Toma ha tratto molti dei suoi dirigenti e delle sue scelte politiche, organizzative e gestionali.
Tra ordini del giorno, emendamenti e subemendamenti troviamo approvati tanti percorsi, tra i quali alcuni sicuramente difficili da digerire per i molisani.
Uno è relativo alla “rivalutazione, secondo gli indici Istat, dei titoli di viaggio emessi ed incassati dalle imprese affidatarie del trasporto extraurbano, un valore che specificano le istituzioni era fermo dal 1999.
Detto così sembra una cosa da fare, però se si fanno due conti ci si accorge che il problema è di grosso calibro.
Dunque l’aumento del biglietto del trasporto pubblico, sia quello dei treni che degli autobus, è pari ad un più 40%.
Per fare qualche esempio, dal prossimo mese, quello di giugno, il biglietto solo andata dell’autobus da Campobasso a Roma e viceversa costerà oltre 18 euro, con più di 5 euro di aumento.
L’abbonamento mensile del pullman da Campobasso a Termoli aumenterà di oltre 20 euro.
Per il trasporto ferroviario è la stessa cosa, l’aumento previsto è decisamente oneroso e davvero per i pendolari, lavoratori e/o studenti che siano, sono somme che incidono profondamente in negativo sulle loro condizioni di vita anche familiari.
Tutto mentre gli eroi delle istituzioni, coloro che governano in nome del popolo e che dovrebbero salvaguardare il bene comune e tutti, ma proprio tutti i cittadini, salvaguardano invece solo loro stessi ed i loro privilegi.
Niente infatti è stato previsto per i loro aurei emolumenti, nessun taglio, nessun limite, ma anzi si trovano nuove sostanze da utilizzare, magari favorendo incrementi di uffici, proponendo una efficacia e un’efficienza degli apparati istituzionali che davvero non solo appaiono improponibili, ma davvero deleteri per i cittadini comuni, quelli per intenderci che non hanno nessun incarico pubblico e che, molto probabilmente, essendo davvero “persone perbene” neanche lo vorrebbero avere.