Il decreto Balduzzi parla chiaro: all’ospedale San Timoteo di Termoli non ci sono più i parametri per mantenere aperto alle partorienti il reparto di ginecologia.
La sanità pubblica regionale è per lo Stato sotto il piano di rientro finanziario a causa del forte indebitamento degli anni passati. Nel nosocomio della città adriatica, poi, il numero delle nascite è sceso a meno di 500 l’anno per effetto della inarrestabile flessione a creare nuove famiglie nei paesi dell’entroterra e dello spostamento verso l’ospedale di Vasto per molte neo mamme del Basso Molise.
Per il ministro Giulia Grillo il San Timoteo non può fare eccezioni, nessuna deroga in vista dal governo centrale almeno fino a questo momento. I costi della sala parto ed equipe ostetrica e anestesisti sono troppo alti da sostenere, il reparto va verso la dismissione con limitazioni soprattutto per le future mamme costrette ad accollarsi maggiori Km per spostarsi su altri presidi ospedalieri. Sulla delicata questione, intanto, bocche cucite ufficialmente dagli uffici della Azienda Sanitaria di via Ugo Petrella, mentre si spera in un intervento istituzionale da parte del presidente della giunta Donato Toma nel chiedere una deroga per il punto nascite di Termoli che ad oggi appare poco più di una chimera.