Molto sostegno e qualche critica al presidente Toma per l’azzeramento delle deleghe

Il presidente Donato Toma chiede alle forze politiche ed ai consiglieri regionali di maggioranza un chiarimento complessivo, perché si possa procedere tutti insieme nel governo e nella gestione della Regione Molise, un territorio che necessità della massima unità e non certo delle divisioni interne, che ne decreterebbero ritardi immensi e lontananze effettive da ogni possibilità di sviluppo.

Questo è al centro della decisione di ritirare le deleghe assessorili e di azzerare concretamente la sua Giunta, muovendo contro ogni ambiguità e cercando la piena condivisione degli intenti politici, sociali, culturali ed economici che siano.

Il presidente apre in questo modo l’anno nuovo, mostrando di avere grinta e di non voler essere ostaggio di opinioni ed appetiti che porterebbero le strade da percorrere ad essere quanto meno in balia di onde anomale, se non assolutamente impraticabili.

Così, in attesa di una riunione collettiva chiarificatrice e magari colma di nuovi impulsi, incassa il sostegno e il plauso di numerosi assessori, consiglieri e responsabili delle forze politiche, che hanno vinto le ultime elezioni regionali.

Inizia il Presidente del Consiglio, Salvatore Micone, che ricorda come la dialettica e il confronto fra le forze e i rappresentanti politici siano la caratterizzazione della democrazia e si dice “fiducioso e certo che il Presidente Toma, insieme alla maggioranza, dia inizio ad un nuovo confronto, politico e democratico, costruttivo e partecipato, capace di apportare preziosi contributi per il bene del Molise”.

Segue Forza Italia, con il suo coordinatore regionale, l’onorevole Annaelsa Tartaglione, gli assessori regionali Nicola Cavaliere e Roberto Di Baggio e i consiglieri Armandino D’Egidio e Nicola Eugenio Romagnuolo, che affermano cfome ci sia stato “un lavoro di squadra che ha portato alla splendida e larga vittoria del 22 aprile e al proficuo rapporto di collaborazione in questi primi mesi di legislatura”, chiedendo così di preseguire nel percorso appena iniziato.

Anche i Popolari per l’Italia intervengono con l’assessore Vincenzo Niro, il capogruppo Andrea Di Lucente e il consigliere Antonio Tedeschi ed auspicano come “la revoca delle deleghe possa servire a determinare chi effettivamente all’interno del consiglio regionale è in linea con l’azione di governo”.

Quasi identica la posizione dei consiglieri di “Orgoglio Molise”, che, sostenendo l’azione del Presidente Toma, richiamano alla “serietà, al lavoro, alla lealtà”, che rappresentano le doti che mettono a disposizione dei percorsi odierni e futuri delle sue linee programmatiche.

Qualche sottolineatura invece si registra nel documento del coordinatore regionale della Lega, l’assessore Luigi Mazzuto, che afferma il suo partito “non si scandalizza rispetto al cambio di passo richiesto”, ricordando “che gli obiettivi non sono le elezioni del 2023, ma una sistemica ripresa economica e sociale per le future generazioni”. Perciò sottolinea di volere “un deciso cambio di indirizzo delle politiche da adottare per il rilancio della regione e per fermare l’emorragia dei giovani”.

Per completare il quadro, l’intervento abbastanza critico del capogruppo della Lega in Consiglio, Aida Romagnuolo. Risponde piccata al Presidente che ha consegnato agli organi di stampa la personale considerazione che lei non fosse in linea con la politica della Lega.

“La mia elezione nella Lega è stata certificata dai cittadini molisani, facendomi risultare la prima eletta della lista. La mia elezione ha consentito allo stesso Toma di essere eletto. Rispondo esclusivamente ai molisani e a Matteo Salvini in primis, non al centrodestra o al Presidente della Regione se assumono iniziative che leggo sulla stampa o che non condivido o che danneggiano i molisani e il Molise”.

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