L’improvviso malore dovuto a una emorragia cerebrale, la folle corsa a bordo dell’ambulanza del 118 e il calvario vissuto tra gli ospedali di Termoli e quello di San Giovanni Rotondo. In tarda serata il drammatico epilogo con la dichiarazione di morte cerebrale del 47enne di Larino Michele Cesaride. In mezzo il trascorrere invano di secondi e minuti preziosi e l’assurda vicenda che si sarebbe verificata proprio al Sin Timoteo di Termoli, dove sarebbe stato impossibile effettuare l’esame diagnostico perché la TAC in quel momento era in manutenzione programmata.
Proprio così. Questa la ragione che avrebbe portato all’ultimo tentativo disperato di trasferire il paziente a San Giovanni Rotondo, dove i medici avrebbero riscontrato l’impossibilità di intervenire chirurgicamente.
Un episodio che ha suscitato sconcerto e rabbia a Larino, dove già nel pomeriggio di ieri si è diffusa la notizia del malore che aveva colpito l’uomo, molto conosciuto in paese. Nel giro di poche ore dalla speranza si è passati al psicodramma collettivo per quanto accaduto.
Sono tanti, troppi gli interrogativi che emergono e sui quali ora anche la Procura della Repubblica frentana starebbe lavorando, in particolar modo per accertare la sussistenza di eventuali responsabilità che hanno portato alla morte cerebrale del 47enne.
Non è chiaro se ci siano stati problemi di comunicazione tra il personale del 118 e quello del pronto soccorso dell’Ospedale di Termoli circa il mancato funzionamento della Tac in quel preciso momento.
Fatto sta che per l’ennesima volta si è costretti a segnalare un presunto caso di malasanità in Molise, la terra dove il diritto costituzionale alle cure non esiste già da tempo, e dove dall’alto sono stati adottati provvedimenti che hanno portato al taglio indiscriminato di servizi e ospedali in un territorio con strade e infrastrutture da Terzo Mondo.
Sono stati giustificati come necessari atti che hanno portato al graduale collasso del sistema di emergenza-urgenza sul territorio: leggasi l’esempio del cosiddetto decreto Balduzzi approvato insieme al piano di riordino sanitario grazie alla complicità tra Stato Centrale e governo regionale. Una vera e propria miscela esplosiva preparata accuratamente contro gli interessi di un popolo, mai considerato nei piani alti delle istituzioni, se non ad ogni tornata elettorale e in modo particolare alle ultime elezioni regionali, quando il Molise è stato addirittura paragonato all’Ohio.
In quella occasione tutti i volti noti della politica nazionale, di qualsiasi schieramento, si sono affannati a fare promesse di ogni tipo ma dopo il voto nessuno più li ha visti. E così i molisani, da sempre cordiali e accoglienti, sono stati ancora una volta sedotti e abbandonati.
Una comunità sola contro tutti, che di fronte alle ingiustizie può rialzarsi solo con le proprie forze e con il proprio orgoglio.
Davide Vitiello