Definire le attività riservate alle diverse categorie di professionisti dei beni culturali, nonché quelle strettamente riconducibili al mondo del volontariato, garantire che i servizi aggiuntivi per la fruizione del patrimonio artistico siano affidati a concessionari in possesso di determinati requisiti e che facciano ricorso a risorse umane qualificate e abilitate, definire con chiarezza l’esclusiva funzione di supporto del personale volontario, sostenere ogni utile iniziativa finalizzata a includere nel sistema degli elenchi dei professionisti dei beni culturali le figure professionali finora escluse, come l’educatore museale, il paleontologo e il manager del patrimonio culturale.
Sono questi gli impegni richiesti al Governo Nazionale contenuti in una risoluzione a firma del Movimento 5 Stelle.
La maggioranza dei lavoratori del comparto cultura operano in Italia senza contratto o vengono reclutati come volontari, ricevendo un semplice rimborso spese a titolo di compenso. Una condizione di precarietà ormai inaccettabile.