Multa sparita dagli archivi: sospeso il Sottufficiale della capitaneria di porto di Termoli

Si trova da ieri agli arresti domiciliari, in seguito a una ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Larino, un giovane Sottufficiale della Capitaneria di Porto di Termoli, che unitamente a un imprenditore pugliese che opera nel settore della pesca, si è reso responsabile di ipotesi di reato che vanno dalla soppressione o occultamento di documenti cartacei, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione.

Il provvedimento è arrivato al termine di una accurata indagine durata cinque mesi, che ha visto la stretta collaborazione della Guardia Costiera e delle Fiamme Gialle, coadiuvati dalla Procura frentana.

i dettagli dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa tenuta al Palazzo di Giustizia di Larino dal Procuratore della Repubblica Antonio La Rana e dai militari della Capitaneria di Porto adriatica e della tenenza della Guardia di Finanza di Larino.

La vicenda è scaturita da un controllo eseguito lo scorso anno su oltre 150 chilogrammi di prodotto pescato sottomisura, nella fattispecie merluzzo, che l’imprenditore con attività avente sede legale a Lesina, nel foggiano, aveva tentato di commercializzare illegalmente. Dopo essere stato scoperto, l’uomo è stato punito con una sanzione amministrativa dell’importo di 25 mila euro ma il verbale della sanzione sarebbe poi sparito dagli archivi grazie alla complicità del sottufficiale. Quest’ultimo però non si sarebbe reso conto della esistenza di una copia in formato digitale della stessa sanzione, prontamente rinvenuta dai militari.

In seguito ad indagini interne si è risaliti al responsabile, nei confronti del quale è stata sporta denuncia che ha portato alla esecuzione della ordinanza restrittiva e alla sospensione dal servizio.

A tal proposito il Procuratore La Rana, nel corso del suo intervento, ha elogiato il lavoro compiuto di militari della Capitaneria di porto di Termoli nel rilevare prontamente l’anomalia interna.

Nel frattempo le indagini continuano e ci sarebbero altre tre persone, appartenenti alla marineria termolese, che potrebbero presto finire iscritte nel registro degli indagati. Si cerca di capire anche perché il sottufficiale, che non ha legami di parentela con il commerciante pugliese, avrebbe agito in modo fraudolento, sottovalutando i rischi consequenziali a cui si è esposto.

Davide Vitiello

 

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