L’anno orribile per tutti è stato il 2020, quello in cui è scoppiata la pandemia, portando, tra le tante cose negative, e le varie tragedie, tutte quelle criticità che abbiamo conosciuto e che hanno creato non poche difficoltà a tutti i settori sociali ed economici.
Dopo tutto il brutto periodo si cominciano a registrare alcuni andamenti positivi, come un certo incremento del numero delle partite Iva, che oggi ha superato nel Paese i 5 milioni di effettivi.
Sono per lo più quelle Partite Iva che non sono iscritte ad alcun albo professionale.
Una buona notizia, anche se purtroppo viaggia in modo differente dal dato che racconta di una diminuzione delle altre categorie dei lavoratori indipendenti, un mondo variegato dove alcune sono davvero in forte difficoltà.
Parliamo dei lavoratori autonomi “classici”, gli artigiani, i piccoli commercianti, gli agricoltori.
Le analisi dei dati, che sono aggiornati ai primi 9 mesi del 2023, risulta che non tutte le Regioni sono state interessate dal fenomeno del recupero, alcune addirittura hanno riportato contrazioni negative.
Tra i territori il Molise è al primo posto, perché, nell’ultimo anno, mostra una crescita delle Partite Iva dell’8,4%, che è davvero tanto, se solo lo rapportiamo all’8,2 della Liguria, al 5,6 dell’Emilia Romagna e della Calabria e al meno 4,9% dell’Abruzzo, al 5,6 dell’Umbria, al meno 8,4 del trentino e addirittura al meno 10,1% delle Marche.
La situazione non è invece positiva per Molise riguardo ai lavoratori autonomi classici.
Infatti, dal 2014 al 2022, si registrano 3.813 unità, pari a meno 15,1%,, con Campobasso, alle 23esima posizione, che ne ha persi 3.085, il 15,9%, ed Isernia, 61esima, con 778 unità , meno 12,4%.