Negli ambienti del Governo, a Roma, si vuole confermare il fermo della pesca nei mari attorno alla Penisola senza alcuna variazione, così come previsto a dicembre 2019, come se la diffusione del Coronavirus non abbia già bloccato il comparto ittico per diversi mesi, con pesanti ripercussioni per armatori e pescatori.
Anche da Termoli la Federpesca locale è contraria a qualsiasi nuovo stop dopo il Covid, per il mese di agosto, in merito all’arresto temporaneo obbligatorio previsto per le imprese della pesca, così come disciplinato dal Decreto Ministeriale.
Le marinerie italiane ricordano che dal mese di marzo la maggior parte delle imbarcazioni in Adriatico sono rimaste attraccate nei porti e tutte hanno visto ridurre notevolmente il numero delle loro giornate lavorative in mare. Questo ha portato ad una riduzione dello sforzo di pesca che non era preso in considerazione quando è stato stilato il decreto del fermo tecnico 2020.
Perché costringere oggi gli armatori ad un nuovo stop forzato senza che vi sia stato alcun indennizzo? Il fermo biologico di questa estate poteva essere accettato – sostiene il settore – solo se nel frattempo il Governo Centrale avesse provveduto a garantire gli aiuti per l’emergenza COVID così come fatto in molti altri comparti produttivi. Invece per la pesca addirittura ancora non sono note le disposizioni attuative.
La salvaguardia delle risorse ittiche nel mare Adriatico è stata sufficientemente garantita nel corso della pandemia, conclude Federpesca, e che trarrà comunque importante giovamento dalle misure restrittive, come la chiusura dell’attività all’interno delle 6 miglia dalla costa.