Sull’attuale e spinoso tema dell’Autonomia Differenziata le imprese industriali nel Sud del Paese sono fortemente contrarie. Un’Italia a due velocità non funziona ed è illusorio pensare che il Settentrione possa andare avanti da solo, rinunciando a sviluppare un mercato di 22 milioni di cittadini con una crisi della manodopera e di profili professionali specialistici.
Sono queste le parole molto forti di Vincenzo Longobardi, presidente molisano della Confindustria. L’Autonomia Differenziata proposta dalla Lega di Calderoli e Salvini graverebbe sull’economia e sul tessuto sociale del Meridionale, azzerandone il futuro in termini di crescita, poiché il modello proposto dal centro-destra genererebbe un contenzioso su materie quali sanità e istruzione e una confusione sulle competenze alle Regioni che sono fondamentali per il funzionamento del sistema industriale italiano.
Le aziende produttive continuerebbero a subire un gap competitivo dettato dalla distanza dei mercati più vivaci, dagli elevati costi dei servizi e dell’energia e dalla scarsa domanda locale. Al contrario, l’industria del Mezzogiorno ha bisogno della defiscalizzazione degli investimenti e degli oneri sull’energia, decontribuzione delle retribuzioni, incentivi all’autoproduzione di energie alternative negli impianti di produzione e contributi sui pedaggi autostradali.