Una ricerca del Neuromed di Pozzilli evidenzia come alcuni componenti specifici della dieta mediterranea possano contribuire a ridurre il rischio sia di infezione da SARS-CoV-2 che di sviluppo della malattia COVID-19.
Una recente indagine su partecipanti allo Studio Moli-sani mette in luce l’importanza di alcuni componenti della dieta mediterranea nel modulare il rischio di infezione COVID.
La ricerca, condotta dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed è stata pubblicata sulla rivista scientifica International Journal of Food Sciences and Nutrition, ha analizzato i dati di 1.520 partecipanti.
I risultati mostrano che un consumo elevato di cereali è associato a una minore probabilità di infezione ma non solo: in chi ha contratto il virus si riduce il rischio di sviluppare la patologia.
“Secondo i dati specifici componenti della dieta mediterranea non si limitano a un effetto protettivo verso l’infezione, ma si estendono anche nei confronti della progressione della malattia.
I ricercatori hanno indagato i singoli alimenti che compongono tradizionalmente la dieta mediterranea. In particolare al centro di questa azione benefica c’è un aumento del consumo di olio d’oliva, un consumo moderato di alcol e un maggiore apporto di frutta e noci. Questa ricerca è stata parzialmente sostenuta dalla Fondazione Umberto Veronesi.