Il Centro per la Chirurgia dell’Epilessia dell’Istituto Neuromed di Pozzilli, attivo da più di vent’anni, ha ottenuto recentemente dalla Lega Italiana contro l’Epilessia il riconoscimento di ‘Centro ad indirizzo Chirurgico di III Livello”, un atto assai significativo per un percorso scientifico che premia una Unità Operativa, che si dedica, da tempo, allo studio e alla cura di quelle Epilessie che non rispondono adeguatamente ai farmaci e quindi necessitano di essere valutate negli e dagli ambiti della chirurgia.
Neuromed in questo è all’avanguardia, anche perché all’interno di tale Unità Operativa vi opera un personale specializzato ed in possesso di competenze, attrezzature e presidi, tutti quegli strumenti ed azioni necessari ad una adeguata presa in carico globalmente della persona con tale patologia epilettica.
Un Centro LICE di III Livello ad indirizzo Chirurgico, come il Centro Neuromed, possiede le capacità di seguire un elevato numero di persone con Epilessia e il personale che vi opera ha competenze epilettologiche e neurologiche nonché chirurgiche di alto livello, in grado di offrire il trattamento chirurgico dopo indagini non invasive o invasive attraverso una presa in carico multidisciplinare.
Il Centro Neuromed svolge anche attività formativa e intensa attività di ricerca.
“Ci lusinga apprendere che la Lega Italiana contro l’Epilessia abbia giudicato il nostro Centro come avente le caratteristiche per poter gestire al meglio e nella sua complessità una persona con Epilessia – commenta Giancarlo di Gennaro, neurologo responsabile del Centro per la Chirurgia dell’Epilessia Neuromed – Chi si rivolge a noi è seguito in maniera multidisciplinare. Il nostro è un Centro ad indirizzo chirurgico per cui curiamo essenzialmente le epilessie farmacoresistenti cioè quelle forme che, non rispondendo in maniera adeguata ai farmaci anticrisi oggi disponibili, meritano un approfondimento per considerare la possibilità di proseguire con un trattamento neurochirurgico”.
“L’Epilessia è una condizione neurologica che oggi può essere curata nella stragrande maggioranza dei casi – continua Di Gennaro – Esiste però talora una problematica sociale legata a questa condizione. Dobbiamo dire che in alcune realtà socio-culturali l’epilessia è ancora stigmatizzata ed è vista come qualcosa di poco conosciuto e discriminatorio. Occorre quindi lavorare dal punto di vista educativo e sociale proprio per diffondere le conoscenze su questa condizione per abbattere le barriere di pregiudizio con cui ancora devono confrontarsi le persone con epilessia e le loro famiglie”.