Erano le 17e57 del 23 maggio del 1992, quando quel boato, quella terribile esplosione nei pressi di Capaci, segnarono per sempre la vita degli italiani. In Sicilia l’attentato di stampo terroristico-mafioso compiuto da Cosa Nostra per uccidere il magistrato antimafia Giovanni Falcone. A saltare un tratto dell’autostrada A29, mentre vi transitavano, su tre auto, il giudice, la moglie e la scorta. Con Falcone persero la vita anche la moglie Francesca Morvillo e gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Numerosi i feriti. Oggi, a 30 anni di distanza, rivive quel terribile ricordo. Celebrando la giornata della legalità, proprio per non dimenticare Falcone, ed il collega Paolo Borsellino, egualmente caduto in un attentato a Palermo, nel luglio sempre del 1992, e tutte le vittime della mafia, si porta avanti l’insegnamento lasciato dai due magistrati.
“La cultura della legalità – ha commentato il governatore del Molise, DonatoToma, è una pianta da irrorare quotidianamente, con azioni e comportamenti positivi, individuali e collettivi, che la rendano forte ed indistruttibile”
Intanto, fortemente voluto dall’Anci, proprio alle 17e57, un minuto di silenzio. Così al Comune di Campobasso. Il sindaco Roberto Gravina, durante il raccoglimento con indosso la fascia tricolore, simbolo dell’unità nazionale e dei valori costituzionali.
“Ma come sarebbe il nostro Paese, oggi, con Falcone e Borsellino?”: se lo chiede Michele Falcione, presidente dell’Associazione Talenti e Artisti Molisani, mentre sono ancora molteplici le strade da percorrere per sconfiggere Cosa Nostra e tutte quelle forme di stampo mafioso, che quotidianamente vengono perpetrate a danno di onesti cittadini o di imprenditori, in un Paese che deve fare ancora i conti con la “sete di potere” di coloro che mettono in atto azioni illegali, che mirano a sconvolgere l’operato di chi, invece, agisce nella legalita’ e nel rispetto delle regole.
“Falcone e Borsellino, sono certo – ha rimarcato Falcione – sarebbero ancora in quella “trincea” costruita nelle aule di Tribunale e nei Commissariati”
A loro, grazie all’Associazione, è dedicato un luogo del centro di Campobasso, perché vengano sentiti vicini, dando speranza nella lotta alla mafia