La questione ha una sua origine da molto tempo, anche se la realizzazione è aumentata a dismisura con l’avvento di internet e dei canali cosiddetti social.
Sono nati, in questi ultimi anni, infatti miriadi di meccanismi di comunicazione, dove le notizie, quasi sempre incontrollate e perfino false, circolano nella piena libertà, nella disfunzione di arrecare, spesso e volentieri, enormi danni alle persone citate, che neanche trovano occasioni di rettifiche e di difesa delle proprie opinioni.
Un percorso informativo che diventa perverso, scorretto e assolutamente da perseguire.
A questo proposito scendono in campo, per l’ennesima volta, l’Ordine dei Giornalisti del Molise e l’Associazione regionale Stampa, per cercare di trovare una soluzione a questo modo di fare giornalismo, che non è assolutamente legale, ma che utilizza mezzi e modalità lontani anni luce dalla professione.
Un modo di fare che degenera assolutamente, allontanandosi dalle Leggi, e che sembra essere tollerato da tutti, basti pensare che perfino gli Organi dello Stato, i Partiti e molte Istituzioni utilizzano addetti stampa che non hanno alcun requisito per poter svolgere tale lavoro.
Una vicenda che in certi casi viene stroncata dai Magistrati e dalle Forze di Polizia, come riguardo al reato di chi opera nel campo medico senza avere spesso né laurea adeguata e quindi neanche una iscrizione agli Albi Professionali.
Riguarda ed ha riguardato tante persone, che sono state indagate e condannate.
Nella professione giornalistica, invece, sembra tutto tollerato e, alla luce del sole molti sono lasciati operare e diffondere notizie, perfino quelle alquanto lontane dalla verità.
A tal riguardo, comunque, l’invito, in questa fase, viene rivolto ai direttori delle testate giornalistiche ufficiali e perfettamente registrate, quello di iniziare a non tenere in considerazione e dunque diffondere le notizie affidate a comunicati stampa che non siano debitamente firmati da giornalisti.
Questo affinché il settore venga quanto meno riportato al giusto posto ed i giornalisti possano ritrovare, tutti insieme, una loro dignità e quel rispetto professionale che sembra essere sparito all’interno di una totalità dove la cifra centrale è data dal non rispetto delle regole e delle leggi.