Parliamo di una indagine sul tessuto commerciale italiano, che pone in evidenza i dati di quel che è accaduto negli ultimi tempi, i cambiamenti, le scelte, le nuove strade intraprese e quelle vecchie abbandonate.
E’ un discorso complessivo che arriva dall’Osservatorio della Confcommercio, giunto alla settima edizione e che si occupa della demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici, una edizione che tiene conto anche degli effetti e dei danni della pandemia sul settore del Commercio.
Sono stati osservati 110 capoluoghi di provincia, tra i quali Campobasso ed Isernia, e 10 comuni non capoluoghi di media dimensioni, escludendo Milano, Napoli e Roma perché multicentriche, città dove non è possibile una distinzione netta tra centro storico e non centro storico.
Cosa è stato letto nei dati che riguardano le nostre città molisane?
A Campobasso soffre il commercio al dettaglio con un saldo negativo di imprese (-19) tra il 2019 e il 2021, di cui 6 nel centro storico, più del doppio (13) quelle situate in altre aree cittadine. In crescita le attività come alberghi, bar e ristoranti con un saldo positivo (+19) con 8 nuove imprese nel centro storico e 11 nel resto della città.
Nel biennio considerato dall’indagine, migliorano i dati di Isernia con 10 nuove attività nel commercio al dettaglio, di cui 3 nel centro storico e 7 nella restante parte della città. Aumentano rispetto al 2019 anche i numeri relativi ad alberghi, bar e ristoranti (+5), che diminuiscono nel centro storico (-1) per espandersi nei quartieri (+6).
Una situazione che merita attenzione e soprattutto attuare scelte importanti, a cui sono chiamati tutti coloro che devono e dovrebbero lavorare per lo sviluppo.
Dunque, come afferma Paolo Spina, Presidente di Confcommercio Molise, bisogna si rafforzino i rapporti con le Amministrazioni locali, definendo strategie condivise, contrastando ogni possibile desertificazione commerciale, valorizzando il tessuto economico, cercando l’attrazione turistica e culturale, usando al meglio le sostenibilità e le innovazioni, portando a livelli positivi la qualità urbana e la coesione sociale.
Tutto urgentemente e utilizzando i finanziamenti disponibili, come quelli del Pano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed i Fondi comunitari, come quelli previsti dalla nuova Politica di Coesione 2021-2027.