“Giorni di riunioni fiume con la possibilità di una risoluzione poi la mannaia della chiusura del reparto di ostetricia dell’ospedale di Termoli. Dichiarazioni incoerenti quelle della politica che Governa il Molise, mentre per il nosocomio sulla costa ci si adegua al principio numerico che, seppur vicino al traguardo, non considera il periodo pandemico durante il quale molte donne hanno fatto scelte alternative al ricovero ospedaliero”: ferma posizione del segretario regionale della Uil, Tecla Boccardo.
“Uno scempio che va fermato – ha sottolineato – Con questa chiusura, sicuramente si darebbe avvio, inevitabilmente, alle fine di reparti come quello di ginecologia e degli ambulatori territoriali, decretando la morte dell’unico presidio ospedaliero a disposizione di oltre un terzo della popolazione molisana, che aumenta nel periodo estivo, baricentrico rispetto alle altre regioni limitrofe. Un ulteriore disservizio ai molisani, che pagano tasse altissime per avere in cambio solo tagli, e che spinge all’incremento della mobilità passiva verso l’ospedale di Vasto o verso altri nosocomi fuori regione. Mobilità passiva, che fa aumentare il deficit, già pagato a caro prezzo. Non si riesce a comprendere quale sia la strategia di Regione e Asrem nonostante gli annunci di nuovi servizi e nuove assunzioni. Ma purtroppo non si possono barattare dei reclutamenti, ai andrebbero aggiunti le stabilizzazioni dei precari, con chiusure di interi reparti che conducono invece inevitabilmente alla riduzione all’osso di un ospedale come quello di Termoli. Eppure la sanità in Molise è il miglior investimento economico che la regione possa fare. Una realtà che dati i numeri su natalità, mortalità, età media, potrebbe condurre alla chiusura di tutti gli ospedali della regione”