Parco del Matese: a tornare nuovamente sul tema è il consigliere regionale, nonché presidente della terza commissione consiliare, Armandino D’Egidio.
Il tema è quello della perimetrazione finalizzata a valorizzare le specificità di un’area che rappresenta un unicum in Italia.
«La perimetrazione – ha detto D’Egidio, già sindaco di San Polo Matese e profondo conoscitore dell’intera zona, vivendo da sempre in quell’area – deve essere necessariamente il risultato di un percorso condiviso: deve passare attraverso i cittadini, le associazioni di categoria, i cacciatori, gli allevatori etc.
È necessario – prosegue – un confronto aperto; le riunioni a porte chiuse – aggiunge non senza polemiche il presidente della Terza Commissione – non fanno altro che danneggiare chi quotidianamente si prodiga affinché il Matese possa diventare il nuovo volano di sviluppo per la regione Molise. Non ci deve essere e non ci sarà nessuna imposizione calata dall’alto sul Matese, nessun “cappello”. L’unica copertura – conclude D’Egidio che in passato oltretutto ha ribadito di voler la sede nazionale del Parco in Molise – è quella, candida e naturale, rappresentata dalla neve durante i mesi invernali».
Un’area, quella del Matese, analizzata da un gruppo di lavoro composto, tra gli altri, da esperti dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Nell’area, come noto, sono state individuate più di 150 produzioni agricole e zootecniche di qualità, cultivar locali, razze in via d’estinzione, prodotti con marchi di qualità. L’agricoltura dunque, anche in base allo studio Ispra, può essere compatibile con tutela della biodiversità ma anche una “pressione” sullo stato delle acque e sullo stato di conservazione di specie e habitat da tutelare. Il Parco può costituire un fattore importante per la valorizzazione di tutto ciò oltre a rappresentare un valore aggiunto economico non di poco conto per l’intera regione Molise. Con il parco infatti si creeranno diverse opportunità di lavoro.