Dopo le ferie estive, tornano con nuovi propositi e spinte propulsive le forze politiche, cercando quel consenso che, negli ultimi anni, ha fatto allontanare i cittadini, producendo una forte distanza dalla politica e la crescita del non voto.
In questi primi giorni di settembre, torna in piena energia, il partito Democratico, che, con i suoi dirigenti affronta i cittadini, partendo dalla Festa dell’Unità di Montagano, dove hanno chiesto un impegno più incisivo per far cambiare rotta alle storie regionali e nazionali e creare una più piena convergenza su un programma di riforme.
Una prima riflessione che parte da una sorta di assoluzione del precedente governo regionale, quando si afferma che il periodo di Frattura sicuramente non è stato il miglior governo regionale ma neppure che sia stato il peggiore, l’attuale governo di Toma molto probabilmente lo è.
Sentono di aver fallito tutta una serie di obiettivi come il recuperare competitività, ammodernare ed efficientare la macchina amministrativa, sanno di aver avuto difficoltà nel costruire una sanità di qualità.
Allora? Che fare?
“Dovremmo” – affermano – “pensare di costruire un modello significativo di infrastrutture dato che abbiamo la più bassa densità d’Italia e la popolazione più anziana, dobbiamo recuperare capitale umano ed essere capaci di poter attrarre lavoro.
Certo detto da chi ha avuto la possibilità concreta di cambiare e non lo ha fatto, la cosa appare abbastanza strana, se non proprio ambigua.