Gli attivisti del Coordinamento No Pizzone II non si aspettano niente di buono dalle eventuali modifiche apportate al Progetto dell’Enel relativo all’impianto nei pressi del lago di Castel San Vincenzo.
Ne sono convinti perché l’ambiente sarebbe preservato da ogni attacco solo e soltanto in assenza di questo Progetto, che nonostante le modifiche, resterebbe assai devastante per l’ambiente interessato.
Questa l’opinione di quanti, anche a vario titolo, hanno partecipato all’Assemblea pubblica di sabato 24 agosto, convocata a Castel San Vincenzo, a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle integrazioni al Progetto dell’Enel.
L’Assemblea è stata preceduta da un momento informativo, in cui si sono sottolineate le esigenze di tutela di un territorio assolutamente di alto pregio naturalistico.
Il Coordinamento ha ritenuto di prendere comunque in considerazione gli ambiti dell’impatto e le presunte mitigazioni che i funzionari dell’Enel avevano già indicato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Queste indicazioni per gli attivisti sono praticamente inutili, perché non risolvono il problema, non cancellano alcuna criticità.
La stessa paventata riduzione della potenza installata, pur passando da 300 a 150 Megawatt, non impedirebbe uno stravolgimento dei laghi, perché la quotidiana
oscillazione dei livelli renderebbe in ogni caso le loro rive perennemente fangose e impraticabili per davvero numerose ed ampie superfici e le acque subirebbero un intorbidamento certo.
Tra l’altro l’impianto resterebbe predisposto per un futuro aumento di potenza.
Sono comunque lavori assai invasivi, i cui cambiamenti ambientali risulterebbero letali per l’economia locale, in modo particolare le le attività legate al turismo, attività che pian piano stanno affermandosi , incassando l’attenzione di tante persone provenienti dal resto del Paese e dall’Europa.