Sempre meno pattuglie delle forze dell’ordine lungo la Statale 650, conosciuta ai più come Trignina. Nelle ultime calde settimane estive sempre maggiori proteste giungono da parte degli automobilisti che per motivi di lavoro, ma anche di coloro i quali si dirigono verso le località di mare della riviera adriatica, per la scarsa presenza delle pattuglie della Polizia Stradale e dei Carabinieri delle stazioni nei comuni delle province di Campobasso e Chieti.
Il limite di velocità sulla fondo valle è da diversi anni salito quasi tutto a 90 km orari, ma non è difficile incrociare auto e moto che sfrecciano a velocità notevolmente superiore, mettendo a rischio l’incolumità dei pendolari in una arteria progettata molti decenni fa e mai veramente risistemata adeguatamente rispetto al traffico quotidiano soprattutto in questo periodo estivo.
Molti, troppi gli incidenti mortali avvenuti nelle curve e lungo i rettilinei dell’arteria per sorpassi spesso azzardati e limiti di velocità oltrepassati. Ad aumentare le fila dei mezzi e la tenuta nervosa di coloro che sono al volante i semafori agli svincoli di Montemitro e Salcito-Bagnoli, alcune gallerie sul versante abruzzese non illuminate e il cantiere mai concluso sul viadotto Sprondasino tra Bagnoli e Civitanova del Sannio.
Invece di chiedere alla Prefettura di Chieti gli autovelox a 60 km orari, ipotesi che servirebbe solo a fare cassa senza fare nulla per migliorare la sicurezza stradale, il Comitato Pro Trignina chiama in causa sulla Statale le pattuglie delle forze dell’ordine a tutela di quegli automobilisti che correttamente la percorrono.