Il Sindaco di Larino, Giuseppe Puchetti, subito dopo la notizia della sua elezione a Presidente della Provincia di Campobasso, a chi gli chiedeva del risultato e lo individuava come candidato del Partito Democratico, rispondeva che era orientato verso il centrosinistra, ma non era stato mai individuato come il candidato di tale coalizione.
In effetti noi sapevamo che la sua candidatura era nata dai desideri di un gruppo di amministratori, che volevano almeno in parte creare qualche problema alle forze del centrodestra che già si sentivano vincitori con il loro candidato Orazio Civetta.
Il risultato finale, al contrario, ha premiato il primo cittadino di Larino, che, da tanto tempo, non è proprio inviso ad una parte, anche consistente, del centrodestra, che gli riconosce alcuni atteggiamenti non di parte ed in qualche modo di correttezza e garanzia istituzionale.
Dunque la vicenda di mettere il cappello sul suo risultato positivo resta sicuramente scomodo, per quanti non lo hanno scelto come candidato ufficiale, ma hanno di fatto subito una decisione soltanto sua e degli altri amministratori che lo hanno appoggiato durante la campagna elettorale.
Le prime dichiarazioni di Puchetti, che si è sempre dichiarato indipendente, concretamente smentiscono certi entusiasmi, incassano sicuramente i complimenti e le felicitazioni, ma disdegnano il concetto di una vittoria risultata da un appoggio politico ben limpido e dunque di fatto allontanano i fuochi d’artificio dei saluti dei massimi esponenti regionali del Partito Democratico, come Micaela Fanelli, ma anche del Movimento 5 Stelle e delle altre forze politiche interne al centrosinistra ed invece sembrano considerare buone le uscite del Presidente della Giunta regionale, Francesco Roberti, che scrive:
“Sarebbe opportuno, nonché lecito, chiedersi se la maggioranza che sostiene il sindaco Puchetti nell’amministrazione comunale di Larino, alcuni dei quali tesserati dei partiti di centrodestra, siano diventati tutto ad un tratto sostenitori del PD”
Ma anche affonda con un concetto assai imbarazzante per il Partito che fu di Renzi, quando sottolinea che “sulle Province occorrerebbe fare un passo indietro, ricordando alla consigliera Fanelli, di come il suo stesso partito, le avrebbe volute abolire, partorendo una riforma, che ha danneggiato l’ente, i territori e i cittadini, tagliando risorse e competenze fondamentali”, che è come dire “attenzione agli entusiasmi, perché non ripuliscono dalle responsabilità di una riforma assai sbagliata e per molti versi assai disastrosa”.