Politiche sociali carenti. Calenda chiede maggiori tutele

Mai come ora, i cittadini hanno bisogno di sostegno e di misure atte alla ripartenza. Dopo questi mesi di pandemia, sono raddoppiate, se non triplicate le richieste di aiuto alle politiche sociali regionali, che soprattutto ora, sono chiamate ad attivarsi per il benessere della collettività. L’attività di welfare è un punto cruciale per la crescita di una regione e per tanto, è bene adoperarsi per i richiedenti.

A pensarla così, anche la consigliera regionale Filomena Calenda, che si lamenta per l’operato inconcludente portato a termine negli ultimi periodi dalla politica.

Sono mesi che i molisani, ma soprattutto coloro i quali hanno per esigenze sociosanitarie bisogno di azioni e tempi brevi, aspettano una svolta per quanto attiene soprattutto ai fondi destinati alla non autosufficienza.

Ad oggi però tutto è rimasto sospeso. La stessa, aveva chiesto al presidente Donato Toma, in quanto titolare della delega alle politiche sociali, ora passata alle mani del 5 assessore esterno Michele Marone di attivarsi affinché venisse attuata la modifica di  una delibera riguardante il Programma regionale per la non autosufficienza” Ad oggi 2/3 degli aventi diritto ai fondi appartiene alla fascia di popolazione over 65, e sono rimasti esclusi, a causa della SVAMA (Scheda per la Valutazione Multidimensionale dell’Anziano) utilizzata per stilare le graduatorie, coloro che si trovano in una situazione di disabilità dalla nascita, rispetto agli anziani per cui la non autosufficienza sopraggiunge in tarda età. Una grave penalizzazione a cui andrebbe posto rimedio.

 

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