Bisogna partire dal presupposto che non è la prima volta che i dipendenti dell’Azienda Trasporti Molisana decidono di presidiare le sedi dei luoghi istituzionali, soprattutto quelli relativi alla Regione Molise.
Le proteste sono quasi sempre attivate per criticare certi metodi aziendali, come quelli di ritardare costantemente i pagamenti degli stipendi, adducendo le cicliche mancate corresponsioni dei contributi dovuti loro dalla Regione.
Un modo assai discutibile di fare impresa, visto che si scaricano sui lavoratori, che pur rispettano i loro impegni, questioni che non rientrano nelle loro prerogative, fornendo essi un lavoro che deve essere pagato secondo le linee contrattuali.
Detto questo, l’ultimo presidio, quello indetto ed organizzato dalla Faisa Cisal ed UGL, è stato utile, soprattutto per stabilire meglio quello che è un impegno della Regione nel sostituirsi a quelle Aziende che risultassero inadempienti nei pagamenti, nei tempi giusti, degli stipendi.
E’ una questione di rispetto delle leggi e in questo la Regione dichiara di volerla accogliere in pieno.
Certo la stranezza sta nel fatto che la Regione si impegna adesso a rispettare una legge già vecchia, ma come si suole dire “non è mai troppo tardi”.
La cosa assai positiva è che da adesso in poi i lavoratori potranno chiedere alla Regione di sostituirsi all’ATM e alle altre Ditte qualora ritardassero i pagamenti delle retribuzioni.
Dalla Faisa e UGL si fa presente che gli stipendi in ritardo rappresentano soltanto la punta di un iceberg, che è fatto di “una incontrollata e pericolosa gestione del Trasporto Pubblico Locale” e che le scelte attuate non risolveranno i tantissimi problemi che gravano sull’intero sistema della mobilità nel territorio regionale.
Un pensiero negativo, che però non può né deve essere cristallizzato nel pessimismo, ma al contrario deve poter essere di spinta a cambiare le cose, partendo dal rispetto delle leggi e da una più sana corrispondenza tra le parti, istituzioni comprese.