La proposta, elaborata dal ministro Roberto Calderoli e sostenuta dalla Lega, relativa all’Autonomia Differenziata delle Regioni, sta producendo molti momenti di discussioni e numerose contestazioni, tra chi, soprattutto nel centrodestra, guarda con favore la possibilità di renderla attiva ed applicabile e chi pensa sia pericolosa, perché porta ad aumentare il divario tra le Regioni del Nord e quelle del Mezzogiorno d’Italia.
La discussione riguarda tanti punti oscuri, tante eventuali difficoltà, cambiamenti epocali che possono creare differenze enormi nella totalità dei settori, la scuola, l’economia, il mondo del lavoro, ricadute che sicuramente potranno generare un forte disequilibrio nella società.
A tal riguardo, l’impressione che si ricava dal tutto è una certa titubanza delle forze politiche che sostengono il governo, un distinguo abbastanza marcato tra i vari partner e perfino tra i cittadini elettori, che presuppongono una certa ambiguità nell’ambito delle decisioni, che presuppongono una divisione abbastanza netta tra i territori, proprio in un periodo in cui si richiama alla necessità di aggregazioni e di tentativi di accordi tra le istituzioni regionali.