La gestione commissariale dell’Azienda Speciale Molise Acque è ormai al tramonto. Il governatore Donato Toma nel corso della campagna elettorale era stato chiaro: il settore dell’acqua sarebbe stato da subito al centro dell’azione riformatrice della nuova maggioranza e da una più razionale ed efficiente gestione della risorsa idrica sarebbero derivate le economie necessarie da investire in altri settori prioritari come la sanità. Queste le premesse.
Oggi l’obiettivo di Toma, come era prevedibile, è di partire innanzitutto dal cambio al timone dell’ente di via Depretis per dare seguito al programma annunciato dal governatore nel corso dell’ultimo consiglio regionale.
Tuttora al vertice di Molise Acque siede Massimo Pillarella, dirigente tutto fare nel governo Frattura, che per la verità in due anni di esperienza e tra milla difficoltà ha ottenuto discreti risultati nella governance dell’importante azienda regionale, conquistando anche la stima di diversi esponenti politici dell’area del centrodestra.
Ma la logica dello spoil system prevale su tutto. E’ stato così per Paolo Frattura, lo è anche per colui che ha preso il suo posto a Palazzo Vitale.
E così, in una delibera di giunta approvata lo scorso 1 giugno si fa riferimento ad una selezione pubblica per la scelta del nuovo presidente di Molise Acque. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’avv. Piero Neri, vicinissimo all’ex parlamentare Roberto Ruta e proprio per questo defenestrato nel 2015 da Frattura quando il rapporto tra i due esponenti del Partito Democratico si è incrinato.
Successivamente, con legge regionale n. 8 del 2015, la maggioranza di centrosinistra ha cambiato lo statuto dell’ente e nominato l’avvocato Antonio Calise come commissario straordinario e l’ingegnere Luigi D’Orsi, responsabile di Centro Democratico, alla carica di direttore generale.
Una esperienza la loro durata appena un anno poiché nel 2016 il governo Frattura ha scelto un altro commissario straordinario per Molise Acque, ovvero Massimo Pillarella che con ogni probabilità è destinato ora a lasciare l’incarico.
Davide Vitiello