Puglia e Molise unite per risolvere la crisi idrica

Puglia e Molise fanno fronte comune per accelerare la realizzazione delle infrastrutture necessarie a garantire l’approvvigionamento idrico sia per uso potabile che per l’irrigazione dei campi. Un passo fondamentale per rispondere alle esigenze delle aree interne della, ancora prive di un adeguato servizio idrico.

Una delle proposte al centro del dibattito riguarda la cessione dell’eccesso di acqua trattenuta nella diga del Liscione alla vicina Puglia, con particolare beneficio per il territorio foggiano. L’operazione, prevederebbe adeguate compensazioni economiche e rappresenterebbe un esempio di solidarietà interregionale.

Il tema è stato affrontato in un tavolo di confronto svoltosi nella sede Coldiretti di Termoli, alla presenza dei vertici di Coldiretti delle due regioni interessate. L’organizzazione pugliese ha sottolineato la necessità di accelerare l’attuazione dell’accordo tra i due territori, siglato già nel 1978, per la costruzione di una condotta di 10 km tra l’invaso del Liscione e quello di Occhito. Un’opera ritenuta strategica non solo per la Puglia, ma anche per le aree più interne del Molise.

Nel frattempo, Coldiretti Molise ha espresso preoccupazione per la situazione delle imprese e delle comunità dell’Alto Tavoliere, messe in difficoltà dalla carenza d’acqua. Tuttavia, lo sblocco dei finanziamenti destinati al Consorzio di Bonifica “Basso Molise” ha avviato interventi per l’irrigazione di nuovi territori agricoli nei comuni di San Martino in Pensilis e Ururi, agevolando la futura realizzazione della grande condotta idrica, nota come “tubone”, che potrebbe alleviare la crisi idrica del foggiano.

La siccità e l’aumento dei livelli del mare aggravano la situazione, favorendo la risalita del cuneo salino che rende inutilizzabili le risorse idriche e compromette i terreni agricoli. La Puglia, la regione italiana con la minor quantità di pioggia annuale sta continuando a subire pesanti ripercussioni dalla crisi idrica, con danni ingenti per l’agricoltura. Inoltre, la regione detiene il triste primato della più bassa disponibilità annua pro capite di risorse idriche, pari a soli 1.000 metri cubi, contro i 2.330 della media nazionale.