Le attuali problematiche riguardanti la sicurezza sul posto di lavoro, spingono a riflettere anche sulla qualità dell’impegno lavorativo e dunque del benessere nelle aziende.
Il concetto di qualità ha spinto il Centro Studi della CGIA di Mestre ad analizzare i dati pubblicati da poco dall’Istat, ponendo il principio di considerare le risposte dei territori ad alcune richieste corrispondenti ad 8 parametri qualitativi, 8 indicatori che appunto riguardano lo stato di benessere negli ambiti dell’equo sostenibilità.
Parliamo di questi indicatori: i dipendenti con paga bassa, gli occupati sovraistruiti, gli occupati con lavori a termine da almeno 5 anni, i tassi di infortuni mortali e le inabilità permanenti, gli occupati non regolari, la soddisfazione per il lavoro svolto, la percezione di insicurezza dell’occupazione e il part time involontario.
Da questo tutto nasce una classifica, che vede la posizione schiacciante della Lombardia, che in fatto di benessere aziendale sembra proprio non avere rivali.
Il Molise sta decisamente male, la posizione è tra le ultime, registra il pari con la Puglia, con un punteggio assegnato, che, riferendosi al parametro 100, diventa 28,7 e precedendo soltanto la Campania con 26,8, la Sicilia con 16,2, la Calabria 13,1 e per ultima la Basilicata con 12,5 punti.
Intanto bisogna sottolineare quello che sta accadendo proprio in Lombardia, dove le aziende che hanno bisogno di personale, letteralmente rubano i dipendenti di altre aziende, proponendo aumenti salariali, denaro fuori buasta e numerosi benefit.