Ci fu tutta una serie di violazioni alla Edilforniture di Bojano alla base della morte di Michele Calabrese, avvenuta il 20 novembre del 2019, non la fatalità dovuta da una “semplice” lastra di marmo, scivolata e caduta da un camion, come dichiarato ai familiari dai vertici dell’azienda, dove LAVORAVA l’operaio di 43 anni.
Michele Calabrese è infatti rimasto vittima di circostanze che alla base contengono varie violazioni, che vanno dal non rispetto delle più basilari norme di sicurezza, al buon senso nell’espletare le operazioni di scarico, a meccanismi più gravi che hanno coinvolto tutti i soggetti che hanno partecipato al tragico episodio, compreso il suo datore di lavoro.
Lo hanno stabilito le indagini preliminari, attivate per l’ennesima morte bianca, avvenuta in una Regione che detiene il primato delle morti sul lavoro, indagini giunte a conclusione e che hanno visto il Pubblico Ministero della Procura di Campobasso, il dottor Francesco Santosuosso, chiedere il rinvio a giudizio per tutti e quattro gli indagati, il titolare dell’azienda, un suo dipendente, l’autista dell’autocarro dov’era trasportato il materiale e il titolare della Società di trasporto, la Aladino, proprietaria del mezzo. A seguito di questa richiesta, il GIP del Tribunale di Campobasso, la dottoressa Roberta d’Onofrio, ha fissato per il 23 febbraio 2021 l’udienza preliminare di un processo dal quale tutti, congiunti in primis, si aspettano verità e naturalmente giustizia.