Fronte compatto tra istituzioni, sindacati e lavoratori per evitare i 126 licenziamenti alla fabbrica di nastri adesivi Vibac a Termoli. L’intento è stato ribadito più volte a Palazzo Sant’Antonio, sede del Municipio della località sul mare, alla presenza di numerose maestranze.
Obiettivo dichiarato è quello di portare la vertenza dinanzi al Ministero Adolfo Urso entro pochi giorni. L’azienda toscana ha annunciato a Termoli la procedura per il benservito a partire da luglio, nonostante un sito produttivo in salute e senza debiti.
Sulla ristrutturazione degli impianti in Basso Molise è legato l’attuale periodo di cassa integrazione che va avanti da oltre un anno. E’ necessario – ribadiscono poi le sigle sindacali – chiedere il tavolo ministeriale con tutte le realtà del Paese dove i vertici Vibac dovrebbero spiegare un piano industriale credibile.
La Vibac di Termoli è un’azienda solida, inoltre non può chiudere il sito sulla riviera molisana per spostarsi altrove senza informare a Roma il Governo. Ma esternalizzare la produzione nel proprio stabilimento in Serbia non fa dormire sogni tranquilli alle maestranze.