Reddito di cittadinanza, formazione e social card 2023: rapporto e preoccupazioni della CGIL

Con l’abolizione del reddito di cittadinanza da parte del Governo Meloni, si tirano le prime somme.

In Molise, nel 2023, i percettori sono stati quasi 13mila. Di questi, 3.950 sono rimasti senza il sostegno dal 31 luglio, mentre i cittadini che beneficeranno della Social card da usare per l’acquisto di generi alimentari sono 9.209. Questi i numeri analizzati dalla Cgil Abruzzo Molise, nel rapporto regionale “Reddito di Cittadinanza, formazione e social card 2023”.

Un trend, quello dal 2019 in poi, che ha visto nel 2021, anno in cui il Covid ha fatto registrare i più forti effetti sull’economia, il numero massimo di famiglie e persone raggiunte dalla misura.

In particolare, nell’ultimo mese di rilevazione, lo scorso giugno, Reddito e Pensione di Cittadinanza hanno riguardato in provincia di Campobasso 3.944 nuclei familiari e in quella di Isernia 1.317, con un importo medio rispettivamente di 536,53€ e 544,93€.

Continueranno, invece, a percepire il reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023 solo quei nuclei al cui interno c’è un minore, un disabile o un ultra sessantacinquenne.

A partire dal primo gennaio 2024, queste famiglie potranno chiedere l’Assegno di inclusione. Per chi è cessato il sostegno, da settembre potrà eventualmente accedere al “Supporto per la formazione e il Lavoro”, una nuova misura del valore di 350 euro mensili, che saranno erogati solo nei mesi in cui saranno attivi percorsi formativi. Non per tutti però sarà possibile accedere a tali corsi gratuiti e comunque, ad oggi, quelli disponibili avrebbero una durata sicuramente inferiore ai 12 mesi.

Un aspetto, quest’ultimo, per cui la Cgil esprime preoccupazione: la formazione non sarà prevista per tutti i percettori e, soprattutto, non si conosce né la durata dei percorsi formativi né se questi siano effettivamente utili per la ricollocazione lavorativa”.

Infine, potranno continuare a percepire il Reddito di Cittadinanza fino al 31 dicembre coloro che sono stati presi in carico dai servizi sociali. In questo caso spetterà ai Comuni fare le opportune comunicazioni , entro il 31 ottobre, tramite la piattaforma GEPI del Ministero del Lavoro.

Un requisito che però non è ancora chiaro se si possa estendere anche a coloro che nel frattempo verranno presi in carico dai servizi sociali.

Inoltre, da chiarire anche quali siano i soggetti (che dovranno passare per i Centri per l’Impiego) per i quali si potranno attivare questi percorsi. Una problematica enorme che investirà gli uffici comunali che, per carenze di personale, soffrono già nell’affrontare l’ordinaria amministrazione e che si vedranno investiti di una nuova e ancor più urgente incombenza.

Per quanto riguarda la Social card 2023, sono 9.209 i molisani che potranno andare in  ufficio postale per ritirare la carta prepagata “Dedicata a te” del valore di 382,50 euro

da utilizzare per l’acquisto di generi alimentari: 6.734 in provincia di Campobasso e 2.475 in provincia di Isernia.

I comuni con un maggior numero di carte assegnate sono Termoli (701), Campobasso (573), Isernia (376), Campomarino (329) e Venafro (324).

Hanno diritto alla carta i nuclei familiari di almeno tre componenti e Isee inferiore a 15.000 euro, a condizione che rientrino tra i beneficiari nella graduatoria comunale.

La carta non sarà quindi emessa a tutti coloro che ne avrebbero teoricamente diritto, ma solo ad una parte di questi (circa un terzo). Sono esclusi coloro che nel mese di luglio percepivano Reddito o Pensione di Cittadinanza, Naspi, cassa integrazione o altri sostegni, così come sono esclusi tutti i nuclei familiari di 1 o 2 componenti a prescindere dal reddito. Alla luce di questi numeri, le preoccupazioni riguardano l’intero impianto del decreto Lavoro e, in particolare, le misure di politica attiva che dovranno essere messe in campo. Per quanto riguarda la formazione, sarebbe interessante sapere qual è lo stato dell’arte della Regione Molise rispetto ai corsi attivati e da attivare e quali sono le

possibilità che si riusciranno ad offrire a chi adesso è rimasto senza alcun sostegno. In questo senso, è necessario, oltre ad una proroga del reddito di cittadinanza come chiesto anche dalla CGIL nazionale, uno sforzo che coinvolga comuni e regione affinché, insieme, si lavori perché non rimanga indietro nessuno.