La questione è molto dibattuta, perché il breve periodo in cui è permessa la caccia al cinghiale, non incide né sulla loro reale diffusione e neanche su una diminuzione dei danni da loro procurati, soprattutto alle colture ed alle aziende agricole.
Da queste considerazioni arrivano le proposte di provvedere ad un cambio di visione e di intervento, che possa portare innanzi tutto ad una forte diminuzione della presenza nel territorio regionale del Molise, dove il numero è decisamente in forte crescita, e poi trovare la possibilità di uno sfruttamento in positivo, attraverso la valorizzazione della carne e la creazione o l’inserimento in un mercato che mostra di apprezzare il prodotto, soprattutto quello derivante dalla trasformazione.
Una direzione che deve impegnare le istituzioni per creare le condizioni legislative e proporre l’opportunità.