Il 19 Luglio 1992 è una data che ogni italiano, ogni cittadino che insegue la strada della legalità’ fa fatica a dimenticare.
Un giorno che ha per sempre scalfito i cuori di coloro che si sono trovati dinanzi una “strage” per certi aspetti annunciata.
Quel giorno infatti il giudice Borsellino e la sua scorta, furono vittime di un atroce attentato mafioso, che oltre a distruggere le loro vite, ha distrutto quelle delle loro famiglie.
A distanza di quasi trent’anni sono ancora tanti i misteri e gli interrogativi che avvolgono questa pagina oscura della storia della Repubblica che va ad intrecciarsi con un altro attentato – avvenuto il 23 Maggio dello stesso anno – che coinvolse il Giudice Giovanni Falcone ucciso anch’egli dalla mafia, insieme alla moglie e agli Agenti di scorta a Capaci in provincia di Palermo.
In entrambi i casi si trattò di un’ inequivocabile attacco allo Stato, colto impreparato nel difendere due uomini che avevano assestato un duro colpo alla criminalità organizzata.
Come ogni anno il 19 Luglio Istituzioni e Società Civile Organizzata si stringono attorno a questo cruento avvenimento per non dimenticare una delle pagine più buie del nostro paese.
Se il Presidente della Provincia di Campobasso Francesco Roberti ricorda con una sua citazione l’eroe Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”, anche i rappresentanti della Società Civile hanno voluto lasciare il loro messaggio.
Come nel caso Associazione Talenti e Artisti Molisani che non potendo replicare la consueta organizzazione di eventi in memoria del Giudice a causa della pandemia, ricorda come la memoria debba passare anche per quei simboli materiali da lasciare sul territorio per mantenere vivo il messaggio anche per le future generazioni.