Siamo andati, questa mattina, sulla collina di San Giovannello, a Campobasso, dove, nella sua sommità, è ubicata una piccola Chiesa, che viene aperta al culto, a fine agosto, in occasione della celebrazione festiva in onore del Santo e che però, soprattutto per merito della pineta che la circonda, è comunque meta dei molti che vogliono fare una passeggiata salutare.
La Chiesa ha una sua importanza storica, come si evince dalle descrizioni tratte dalla rete, che raccontano di una architrave che sovrasta il portale d’accesso, riportante la data 1551, una croce e due figure in adorazione; ma anche narrano di varie antiche testimonianze che ci informano come nel 1764 la collina sia stata adibita a luogo di sepoltura, in vista di una possibile epidemia all’interno della città.
Oggi la troviamo naturalmente chiusa, ma in uno stato di degrado che la mortifica totalmente, neanche rispettandola come una qualunque dimora, figuriamoci come luogo di culto.
Interamente ricoperta di scritte, segni volgarissimi, frasi irripetibili, ferite che mostrano la disattenzione totale agli attacchi di chi, mantenendo una ignoranza infinita, non ha rispetto di niente e nessuno, sia del luogo che dell’intera città.
Scritte che qualcuno potrebbe interpretare come espressioni artistiche e di rivolta culturale, ma che di arte e rivoluzione hanno davvero poco, anzi niente, perché nessun animo artistico e magari seppur leggermente acculturato potrebbe produrre simili sconcezze.
Una ragione in più per tornare a sottolineare che ormai , un po’ ovunque ma sicuramente da noi, in Molise, si va diffondendo un degrado culturale che ci fa essere persone sempre più lontane dall’educazione e dalla civiltà.