Continua a far discutere il provvedimento di soppressione dei punti di pronto intervento negli ospedali territoriali di comunità di Larino e Venafro.
Le proteste scaturite da tale decisione non riguardano solo il Basso Molise ma anche la provincia di Isernia, dove il timore fondato è che la chiusura del reparto nel nosocomio venafrano porterà a serie ripercussioni sul pronto soccorso dell’ospedale Veneziale di Isernia, la cui situazione drammatica è stata più volte evidenziata dagli stessi operatori che lavorano ininterrottamente per sopperire alle ataviche carenze di personale.
Proprio nelle ultime ore ha destato scalpore la notizia secondo la quale a causa della carenza di anestesisti e del conseguente blocco delle sale operatorie all’ospedale di Isernia sarebbe saltato un intervento chirurgico di asportazione di un tumore al seno per una donna che si trova ricoverata nella struttura.
Insomma una situazione già critica che potrebbe diventare presto esplosiva.
E in relazione alle difficoltà che si registrano nella sanità in provincia di Isernia, il presidente dell’ordine dei Medici Fernando Crudele è tornato ancora una volta a sollecitare il governatore Toma a convocare con urgenza un incontro per dare soluzione alle numerose problematiche che investono il settore. Crudele in una nota ricorda al presidente le promesse fatte in campagna elettorale sul rilancio dell’Ospedale di Venafro, quelle stesse promesse che oggi – denuncia il presidente dell’Ordine dei medici di Isernia – Toma vorrebbe sconfessare ricordando che la chiusura del punto di primo intervento al Santissimo Rosario è la conseguenza dell’attuazione del piano operativo sanitario approvato dal governo Frattura.
Crudele va anche oltre e ricorda che sia il decreto 70 del 2015 sia il POS 2015-2018 prevedono l’assunzione di medici per sopperire alle carenze di pronto soccorsi di Isernia e Agnone e nuovi investimenti per le Case della Salute, che nessuno ad oggi ha ancora visto. Dubbi si palesano infine anche sulla annunciata volontà di rafforzamento delle postazioni del 118 che dovrebbero sopperire alla disattivazione dei punti primo intervento a Venafro e Larino. Anche in questo caso non c’è chiarezza e non sono stati coinvolti i medici che quotidianamente lavorano per alleviare la sofferenza dei pazienti.
In definitiva gli interrogativi sono tanti mentre le conseguenze più gravi per la condizione drammatica in cui si trova la sanità pubblica del Molise ricadono , come sempre, sui cittadini.
Davide Vitiello