Mancava davvero poco tempo per festeggiare i 193 anni di Michele Montagano, scomparso ieri, uno degli uomini d’onore del Molise, uno dei pochi che era stato capace di un gesto di eroismo, nel periodo più buio del ‘900, quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, le truppe italiane finirono per sbandarsi e dileguarsi, ognuno per proprio conto, chi unendosi nelle fila partigiane e chi cercando di guadagnare la via di casa.
Un periodo bruttissimo per tanti soldati italiani, che venivano considerati traditori dai nazisti e perciò attestati e tradotti nei campi di prigionia tedeschi, neanche riconosciuti come prigionieri di guerra, ma solo e soltanto come internati e trattati in modo disumano.
Michele Montagano, originario di Casacalenda, era allora un sottotenente di 22 anni ed era stato assai coraggioso, quando, insieme ad altri ufficiali, si era offerto volontario per sostituirsi ai ventuno scelti dai tedeschi per essere mandati a morte, nel segno delle loro regole della decimazione.
Tutto in seguito al rifiuto di 214 ufficiali prigionieri, che, si erano ribellati ai nazisti non presentandosi per l’appello giornaliero.
Si salvò lui e gli altri, perché la fucilazione fu commutata, all’ultimo momento in internamento presso un campo di rieducazione e di sterminio, famoso per le ridottissime possibilità di sopravvivenza.
Il ritorno a casa, come per tutti, fu difficile, ma riuscì nell’intento e da allora l’impegno, durato fino alla fine dei suoi giorni fu quello di trasmettere ai giovani la verità storica di quei giorni terribili e il senso dell’onore, che ha caratterizzato l’intera sua esistenza e quella di tanti altri, che hanno messo la loro vita al servizio della comunità.
Ascoltiamo il ricordo di Loreto Tizzani, Presidente regionale dell’Anpi.