Un altro dato negativo, trai tanti che affliggono l’Italia odierna, è rappresentato dal calo degli artigiani, quelle figure professionali che sono utili a risolvere quei fastidiosissimi problemi che ci capitano nella quotidianità e che, spesso, ci sconvolgono l’esistenza, perché introvabili o colmi di lavoro e dunque non in grado di intervenire subito.
Parliamo di un idraulico, un falegname, un fabbro, un elettricista, ma anche di un meccanico, un muratore, quel qualcuno che è in grado di riparare un tubo dell’acqua, una porta, un problema elettrico, le nostre automobili, in pratica quelle persone che rivestono un carattere di forte utilità e che diventano indispensabili nelle occasioni spiacevoli in cui si verifica qualche rottura, qualche episodio negativo nella nostra casa.
Il numero è imponente e dovrebbe davvero preoccupare chi di dovere, nel 2012 gli iscritti alla gestione artigiani dell’Inps erano quasi un milione e 900mila, lo scorso anno il numero è crollato di 410mila soggetti, 73 mila artigiani in meno soltanto nell’ultimo anno.
Una caduta rovinosa e verticale, interrotta soltanto nel periodo post Covid, quando ha recuperato poco più di 2mila addetti.
Una storia che riguarda tutti i territori, compreso il Molise, dove i numeri parlano di una perdita, negli 11 anni considerati tra il 2012-2023, del 24,1% a Campobasso, oltre 1.600 artigiani, in piena sintonia con Isernia, dove il dato è pari al meno 23,5%, che significa una perdita di 617 addetti negli stessi anni.
Il dramma sta nel fatto che se tale tendenza continua, entro una decina di anni, sarà davvero difficilissimo trovare qualcuno in grado di raddrizzare la vita quotidiana, riparando qualcosa, casa, automobile o quanto altro.