C’è un allerta assai importante nel nostro Paese, ma sembra davvero se ne accorgano in pochi, un problemache mette a rischio moltissime attività produttive.
Parliamo dei prestiti delle banche verso i titolari di Aziende, soprattutto quelle piccole e medie, che tanto bene hanno fatto e fanno al sistema economico italiano.
L’allarme è lanciato dal Centro Studi della CGIA di Mestre, che analizza e riporta dati assai significativi, quelli che evidenziano la diminuzione, in certe zone assai drastica, degli impegni vivi alle imprese, impegni che nell’ultimo anno sono diminuiti del 4,7 %, che, in termini assoluti, vale come un una riduzione di 32,2 miliardi di euro.
Questo in un solo anno, un problema enorme che nel nordest dell’Italia è diventato davvero immenso, basti pensare che la contrazione è diventata del 7,4%, praticamente solo lì parliamo di meno 14 miliardi di euro.
Ma è una questione che riguarda tutti i territori, nessuno si salva.
Per la CGIA questo andamento rischia di alimentare indirettamente un fenomeno molto preoccupante, qualcosa che non riguarda più soltanto le regioni del Mezzogiorno, ma anche quelle del Nord, vale a dire la presenza sempre più diffusa nell’economia reale delle organizzazioni criminali.
Sono queste, infatti, che in questo momento dispongono della liquidità che usano per intercettare coloro che si trovano in difficoltà economica e finanziaria, soprattutto nei settori della ristorazione, dell’intrattenimento e nelle sale giochi, ma anche nell’edilizia e nei comparti meno innovativi, che non richiedono competenze specifiche.
Una situazione complessiva che riguarda anche il Molise, dove la Provincia di Campobasso, uno dei pochi territori dove non sembra ci siano grossi interessamenti mafiosi, mostra, riguardo all’ultimo anno, una variazione nei prestiti alle imprese pari a meno 7,1% e quella di Isernia ad un meno 0,1%,. che per tanti versi la pone al riparo dell’attacco criminale.
