Al porto di Termoli un’altra settimana di sciopero è iniziata da parte di armatori e pescatori. A tenere banco è sempre il costo elevato del gasolio per alimentare i pescherecci. E così braccia incrociate per i dipendenti del comparto ittico con risvolti negativi per l’intera filiera locale. Da Nord a Sud dello Stivale la categoria sollecita alle istituzioni i provvedimenti del caso a sostegno della marineria italiana.
Lo stato di agitazione non accenna a diminuire in Molise ma che coinvolge anche le vicine realtà di Abruzzo, Puglia e Calabria. A Termoli il governatore Donato Toma e la sua maggioranza sono stati chiamati in causa dall’Associazione Armatori della Pesca, mentre si assiste nelle ultime ore alle proposte del sottosegretario alle politiche agricole Francesco Battistoni sul caro carburante. Un intervento lodevole ma poco efficace al momento.
Quest’altra difficile settimana di stop alla pesca nelle acque dell’Adriatico impone una decisione presa di petto dal governo nazionale e da quelli regionali per non decretare la morte della categoria e dare un duro colpo al sistema alimentare italiano di qualità. Dalla pesca, alla agricoltura, dal commercio all’industria: si prevede nel Molise un’altra estate rovente sul fronte dell’occupazione e dei salari.