Sempre più pane scongelato spacciato per pane fresco sulle nostre tavole

Pochi lo sanno, ma esiste una legge che vieta espressamente di dichiarare, con cartelli ed etichette varie, che sia fresco un pane, impastato in un periodo antecedente di giorni o settimane e che sia stato conservato, magari congelato o soltanto sottoposto ad una cottura supplementare poco tempo prima della vendita.

Succede ovunque e molti esercizi commerciali, soprattutto i magazzini del sistema discount utilizzano altre forme linguistiche di comunicazione, tipo “Pane caldo”, oppure “Pane appena sfornato” o ancora “Sforniamo pane tutto il giorno”, formule pubblicitarie che dicono la verità, ma non chiariscono che quel pane fresco non è.

La legge prevede che il pane fresco sia quello preparato “secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento o surgelazione, ad eccezione del rallentamento del processo di levitazione, privo di additivi conservanti e di altri trattamenti aventi effetto conservante”.

La continuità del processo è condizionata a un limite temporale, non devono, infatti, decorrere più di 3 giorni – in pratica 72 ore, dall’avvio della lavorazione alla messa in vendita del prodotto.

Intanto il consumatore può trovare una indicazione fuorviante ed acquistare del pane che non solo non è fresco, ma spesso proviene dall’estero, pagnotte precotte e/o surgelate che arrivano da Germania, Spagna, Romania e Slovenia.