Sciopero, oggi, dei lavoratori dei servizi ambientali. Una decisione scaturita dalla profonda insoddisfazione per l’andamento del negoziato. Dopo 28 mesi di attesa e tutte le difficoltà riscontrate durante l’emergenza sanitaria, non si è giunti ad un rinnovo contrattuale di prospettiva, bensì alla rottura con le parti datoriali
Inaccettabili le richieste circa la flessibilità estrema sull’organizzazione del lavoro attraverso il sistema degli orari; il ridimensionamento del sistema delle relazioni industriali per privare i lavoratori della rappresentanza e della partecipazione all’interno dell’azienda; la precarietà dei rapporti di lavoro soprattutto per i part/time; l’eliminazione totale del limite massimo di dipendenti part/time presenti in azienda e il mancato riconoscimento delle professionalità degli addetti agli impianti. Il rinnovo contrattuale non può prescindere da obiettivi come l’allargamento del campo di applicazione verso gli impianti di riciclo; il rafforzamento delle relazioni industriali attraverso un sistema maggiormente partecipativo dei lavoratori; l’evoluzione delle condizioni di lavoro per tutelare la salute degli operatori; lo sviluppo dei processi di formazione continua; il miglioramento in maniera armonica della classificazione del personale e lo sviluppo del welfare contrattuale e delle varie indennità.
La mobilitazione sarà lunga e dura, nell’ottica che il rinnovo contrattuale sarà frutto della volontà, delle idee e della determinazione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori.