C’è un dato, analizzato ed elaborato dall’Istat,che dovrebbe far molto riflettere i cittadini del Molise.
La nostra Regione si colloca al penultimo posto riguardo alle aspettative di vita in buona condizione.
Segue la Basilicata, che nel 2023 si attesta nel numero di 52,8 anni di aspettativa e precede la Calabria, che di anni ne ha 55,4.
Il dato molisano è stato calcolato in 54,9 anni.
La notizia, assai negativa per noi, è che il divario tra il Settentrione e il Meridione del Paese si va ampliando sempre più, basti pensare che i cittadini residenti nella provincia di Bolzano, è stato calcolato, vivono 14 anni più dei lucani.
Al centro del tutto ci sono di certo le carenze del sistema sanitario, i problemi che colpiscono le strutture e il personale.
La verità è che il passo negativo condiziona fortemente la speranza stessa di vita.
Qualche numero è necessario portarlo alla luce, come quello che riguarda la perdita dei dottori di medicina generale: il 77% di loro è over 54, questo vuol dire che sono moltissimi coloro che lasceranno il mercato, perché andranno in pensione.
Naturalmente parliamo di aspettativa di vita in buona salute, non di quella generale, che comunque si posiziona con numeri più alti, ma la questione è comunque complessiva, perché le carenze minacciano gli interventi di cura, l’assistenza e soprattutto l’attenzione verso i cittadini, così ci ritroviamo in una situazione complessiva difficile, che di fatto impedisce o mina la tutela della salute di migliaia e migliaia di cittadini.
La situazione molisana è assai conosciuta, il debito sanitario, la mancanza di medici ed operatori, i concorsi che vanno quasi deserti, le strutture che soffrono di dismissioni, una rete viaria impossibile che non permette spostamenti veloci e cure immediate nei casi più difficili, questo e tanto altro impedisce al Molise di risalire di posizioni, relegandolo sempre e comunque nelle paludi più basse, quelle malsane, quelle dell’abbandono e dell’indifferenza.