“Sistema Iorio”: con la richiesta di condanna si avvia a conclusione il processo ai 16 imputati eccllenti.

Dopo indagini e sedute processuali sembra, per quello che è stato chiamato il “Sistema Iorio”, si stia arrivando alle fasi conclusive.

Un presunto percorso costellato di reati che sarebbero stati attivati da molte persone, nei vari ruoli e responsabilità, attraverso intrecci ed interessi di natura politica e amministrativa, perfino editoriale e di controllo dei concorsi pubblici.

Ieri, infatti, il Pubblico Ministero, Francesco Santosuosso, ha proposto la sua requisitoria nei confronti degli imputati, chiedendo nei loro confronti condanne esemplari, a partire dall’ex Presidente Angelo Michele Iorio, per il quale sono stati chiesti sei anni di carcere, per seguire con i cinque anni  per l’ex direttore Asrem, Angelo Percopo, i quattro anni e mezzo per Giorgio Marone, ex Direttore di Molise Acque, i quattro anni per l’Editore e la direttrice di Telemolise, Quintino Pallante e Manuela Petescia, i tre anni e mezzo per il dirigente regionale Michele Colavita e l’attuale dirigente del Comune di Campobasso, Giuseppe Giarrusso, i tre anni a testa per l’esponente di Forza Italia Rosario Cardile, il funzionario regionale Nicolino Sacchi, l’avvocato Desio Notardonato, Antonio e Stefano Epifanio, Giuseppe Marchese, Francesco Pettinicchio e Anna Totaro.

La richiesta più pesante è nei confronti del’ex Editore de “La Gazzetta del Molise, Ignazio Annunziata, 12 anni.

Implicazioni anche per due società, Telemolise ed European Broadcasting Company, per le quali, a fronte di alcune violazioni amministrative il magistrato ha chiesto, per ognuna, 150mila euro di ammenda.

Dal 19 luglio sarà la volta degli avvocati difensori e poi si attende la sentenza.

Intanto dall’attuale consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Angelo Michele Iorio arriva una dichiarazione  che sottolinea come dopo anni di processo non ha ancora ascoltato una motivazione che derivi da una prova concreta che possa giustificare tale richiesta di condanna”.

Rimarca la circostanza che ha finora subito ben 23 processi, tutti conclusi con l’assoluzione.

 

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