Anche TLT Molise, in accordo con altre testate giornalistiche del territorio, raccogliendo l’invito dell’Ordine dei Giornalisti della regione e dell’Assostampa Molise ha deciso di procedere con l’oscuramento odierno di qualsiasi notizia che provenga da enti pubblici o che tratti di eventi politici ed elettorali
Dunque, stato di agitazione del settore, oggi mortificato da politiche ingiuste e penalizzante
Come sottolineato da Ordine e sindacato “negli ultimi dieci anni, le tv, i giornali e i siti web, hanno diffuso e qualificato l’informazione locale. Il pluralismo ha consentito ai cittadini di ampliare la conoscenza su fatti, approfondire tematiche e vicende. Ma il lavoro nelle redazioni, da tempo, deve fare i conti con la crisi economica, che ha ridotto gli organici, le retribuzioni, la pubblicità e le vendite nelle edicole. Nel contempo, si è andata affermando l’idea che l’informazione sia un bene fruibile gratuitamente, che chi lo produce non abbia il diritto di essere retribuito in maniera equa e appropriata, che i social possano sostituire l’impegno di professionisti qualificati”.
Tutte condizioni, queste, che hanno portato ad una accelerazione della crisi del comparto, alla diffusione sempre maggiore di fake news e alla propaganda (anche politica) spacciata per informazione.
Fondamentale, ora, un progetto politico e industriale che ridisegni l’informazione locale e rafforzi il servizio di utilità pubblica del giornalismo.
Indispensabile, inoltre, portare all’attenzione pubblica il pericolo reale che corre la democrazia nella comunità con l’impoverimento delle fonti informative e, allo stesso tempo, sollecitare la politica, soprattutto l’istituzione regionale, a valorizzare il ruolo del settore attraverso fondi pubblici, nel rispetto degli impegni presi nella campagna elettorale e nei mesi scorsi.
Nella circostanza richiesto un incontro urgente con il Presidente della Giunta regionale, Donato Toma, per definire il percorso e gli eventuali impegni concreti.
Ai cittadini, ai quali viene negata parzialmente l’informazione, le scuse delle aziende e degli addetti che, di fronte al disinteresse verso principi costituzionalmente garantiti, sono costretti a superare l’inconcludente concertazione dell’ultimo anno.