La Manifestazione principe di Agnone è senza dubbio la ‘ndocciata, quando nei due giorni di dicembre di ogni anno, l’8 che è dedicato all’immacolata e il 24 che è la Vigilia del Natale, le persone, vestite del tradizionale mantello contadino, si caricano delle torce, fatte di canne intrecciate, e le portano nelle strade, illuminando a giorno con il fuoco vivo, l’intero borgo altomolisano.
Uno degli spettacoli più suggestivi e significativi di questa nostra Italia, la visione concreta del “rito del fuoco”, qualcosa che ha sempre affascinato gli uomini fin dalle prime apparizioni nel pianeta.
Un fuoco che rigenera consumando, che preclude alla rinascita, nel segno di un futuro almeno più luminoso e migliore.
Rituali storici, che si rincorrono nei secoli, legati alla cultura pagana, ma in seguito anche accettati e legati, nelle varie trasformazioni, agli afflati religiosi, propri del cattolicesimo.
Ad Agnone tona ogni anno ed ogni volta arrivano persone nuove, sempre in numero crescente, tutte attratte dalla bellezza, quasi primordiale, delle scene, dove il fuoco è parte centrale, protagonista assoluto di un evento che non potrà mai essere spento, ma che al contrario sembra ravvivarsi, illuminando sempre di più i luoghi ed i volti del popolo.
L’edizione dell’Immacolata ha usufruito anche dell’apporto delle condizioni meteo, in una serata non particolarmente fredda e dunque adegata ad accogliere i turisti ed i visitatori, che hanno potuto apprezzare la sfilata dei numerosi portatori di “ndocce”, di varie età e provenienti dalle varie contrade, ritrovandosi per omaggiare un rito che, molto probabilmente, ha origini sannite e che da secoli si ripropone nel suggestivo Borgo di Agnone.