Tra residui attivi e quelli passivi è di oltre 530 milioni di euro il debito pubblico della Regione Molise; un fardello pesantissimo sul quale il governatore Donato Toma si affida al Governo nazionale per almeno 40 milioni svincolati dalle risorse del Fondo di sviluppo e coesione per ripianare le ingenti perdite finanziarie.
Gli accertamenti sullo stato di salute dell’Ente Regione sono stati analizzati dalla Corte dei Conti. Dal 2020 ad oggi l’amministrazione regionale ha utilizzato 130 milioni di fondi propri per coprire i residui attivi. Sul bilancio pubblico gravano anche mutui e anticipazioni di liquidità per far fronte al disavanzo sanitario.
Troppo tardi la bordata dalle opposizioni di centro-sinistra dai banchi dell’assemblea di via 4 Novembre quando siamo giunti ormai in dirittura d’arrivo della legislatura. Quella di verificare i residui era per il Partito Democratico un’operazione che andava avviata all’atto dell’insediamento del governo di centro-destra succeduto a Paolo Di Laura Frattura, non adesso a pochi mesi dallo scioglimento del consiglio regionale. Un ripiano dei conti pubblici del Molise che con molta probabilità andrà fatto dal prossimo governo regionale che uscirà dalle urne di primavera.